Tra tutti i funghi usati in medicina, soprattutto in quella orientale, quello più noto, ma anche il più interessante dal punto di vista farmacologico e scientifico, è senza dubbio il Reishi, o Ganoderma Lucidum. Il primo utilizzo documentato del reishi risale a oltre 4.000 anni fa e da sempre nella cultura cinese e giapponese viene associato con la regalità, la salute, il recupero, il potere sessuale e la longevità. Fino a qualche anno fa il fungo era disponibile in minime quantità. Solo negli ultimi anni in Giappone e in Cina si è cominciato a coltivarlo su larga scala, ed è quindi arrivato sul mercato occidentale.
Le proprietà benefiche del reishi, secondo la tradizione, sono innumerevoli. Ecco alcune malattie o problemi che contribuisce a curare: allergie, disturbi legati all’età, stati di panico e depressioni, artrite, asma, ipertensione arteriosa, chemioterapia e radioterapia (allevia gli effetti secondari indesiderati), infarto (lo previene), cancro e altre malattie tumorali(in via preventiva è abbinato a terapie mediche), reumatismi e altre infiammazioni articolari, ferite e piaghe.
Il reishi ha quindi proprietà:
• stimolanti
• depuranti
• cardiotoniche
• rinforzanti del sistema immunitario
• ricostituenti
• tonificanti
L’aspetto interessante di questo fungo, però, è che è stato sottoposto a vari studi anche da parte dei moderni scienziati, che a partire dagli anni Settanta ne hanno confermatoattraverso numerosi esperimenti le molteplici proprietà benefiche per la salute. Secondo le ricerche più recenti, il reishi è il rimedio naturale più efficace contro l’indebolimento del sistema immunitario. Questo spiega molti degli effetti che, per tradizione, sono attribuiti al fungo: ha azione curativa sulla guarigione delle ferite, è efficace come disintossicante e viene impiegato anche nella cura del cancro.
Sulla base della massima cinese “Prevenire la malattia è il primo obiettivo della medicina”, gli esperti consigliano di usare quotidianamente il reishi come integratore: chi lo fa affermano di essere meno soggetti a malattie da raffreddamento e di godere di un generale stato di benessere. Persino le malattie infettive vengono debellate più velocemente. Chi usa farmaci con evidenti effetti collaterali, li sopporta meglio se assume anche il reishi.
Il fungo deve essere conservato in un recipiente ben chiuso, all’asciutto e possibilmente in un luogo buio. È meglio non tenerlo in frigo, perché il preparato assorbe l’umidità, pertanto potrebbe produrre muffe. Viene venduto in forme diverse, ad esempio è disponibile incapsule: anche se questo modo di assunzione è molto pratico, non garantisce l’adeguata assimilazione dei principi attivi, perché per una dose sufficiente dovrebbero essere assunte più capsule.
È possibile assumere il reishi anche sotto forma di tè, anche se non è sempre pratico: il sapore è tutt’altro che gradevole, inoltre non tutte le sostanze contenute nel fungo sono solubili in acqua e c’è il rischio che alcune vengano distrutte dal calore.
La modalità di assunzione che gli esperti consigliano, quindi, è il reishi puro, in polvere: la polvere deve essere veramente naturale e trattata in modo speciale (solo così viene garantita l’assimilazione ottimale).
Come integratore quotidiano: versare un cucchiaino raso di polvere in poca acqua, così da coprirla completamente. Lasciare in ammollo per alcune ore e consumare il preparato insieme al liquido di macerazione, facendolo sedimentare con un po’ d’acqua. In questo modo si sfruttano anche le proprietà delle scorie e delle fibre del fungo, che contribuiscono a pulire e a depurare l’intestino. La polvere può essere utilizzata anche come tè.
Per approfondire: Reishi, il fungo dell’immortalità, Edizioni Il Punto d’Incontro.
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